La bellezza della Passione

In questo periodo quaresimale, quando manca poco per l’inizio della Settimana santa, le nostre comunità parrocchiali si sono soffermate su un tema particolare: La bellezza della Passione. Di fronte alle bellissime statue dell’Addolorata e del Gesù crocifisso custodite nella chiesa di Pucciano abbiamo partecipato ad un convegno-catechesi che ci ha offerto tanti spunti di riflessione. In un mondo in cui prevale quello che appare, dal Crocifisso arriva un messaggio che stride con questo nuovo modo di pensare. Quell’uomo che era stato disprezzato e reietto dagli uomini, quell’uomo dei dolori che ben conosce il patire, quell’uomo sfigurato davanti al quale ci si copre la faccia, dalla croce manifesta una bellezza unica, quella che non risponde ai canoni estetici di oggi ma ai canoni spirituali dell’Amore. Siamo chiamati ad accogliere la grazia e la salvezza che ci viene da quella croce per tirare fuori tutta la bellezza che è in noi.

La Passione di Pucciano

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Ciao, Gino!

Era il 2 aprile 2023 quando ebbe inizio una bella consuetudine: sentirsi per un saluto mattutino e serale. Quel giorno la sua richiesta e il desiderio di vedere qualche filmato della Processione che si sarebbe fatta a Pucciano il Venerdì santo avevano suscitato in me una grande emozione e da allora cominciammo a scambiarci foto dei bei tempi andati e a raccontarci aneddoti. Io e Gino per tanti anni non ci eravamo visti né sentiti, ma era bastato così poco perchè si creasse un bel rapporto. Parlavo con lui come se fosse un papà e gli inviavo notizie sulle condizioni metereologiche; lui faceva altrettanto ricordando il periodo in cui abitava in montagna. Era felice quando gli trasmettevo qualche foto di Pucciano e di Nocera Superiore e si entusiasmò quando gli inviai le notizie anagrafiche della sua famiglia di origine. Non mancava qualche parola di incoraggiamento quando mi accorgevo che era iniziato un giorno “no” e lui mi rispondeva che pure io dovevo stare attenta alla salute. Ci siamo sentiti anche fino a domenica, poi il silenzio. Ora, caro Gino, hai raggiunto la tua Regina e insieme rivedrete i cari amici di Pucciano e di Cerzeti, dai quali non ti sei mai staccato col cuore. Siamo vicini ai tuoi figli ai quali hai trasmesso l’amore per le “radici”.

I NOMI DEL 2023

Ecco la classifica dei nomi scelti per i bambini in questo anno che sta per finire. Nonostante la presenza nell’elenco di nomi che riflettono l’influenza della globalizzazione, la tradizione tiene.

SCHERZA COI FANTI, MA LASCIA STARE I … CAMPOSANTI

Un antico proverbio recita così: Scherza coi fanti ma lascia stare i santi, lasciando intendere che bisogna avere rispetto per la materia sacra. Oggi voglio apportare una modifica a questo detto e scrivere a caratteri cubitali SCHERZA COI FANTI MA LASCIA STARE I CAMPOSTANTI. Vi chiederete perché… ebbene sono tornati nel nostro Cimitero i ladri del rame, quelli che portano via non solo oggetti di rame ma di qualsiasi componente metallico che può essere fuso e rivenduto. In passato portavano via i portafiori e chi li ha sostituiti ha pensato bene di comprarne altri in plastica; adesso va di moda il furto delle targhette dove sono scritti i dati anagrafici del defunto e qualche pensiero che li ricordi. Rubare al cimitero é un gesto di inciviltà non tanto per il valore della refurtiva quanto per la mancanza di rispetto per chi ha perso un proprio caro. Secondo me bisogna denunciare e chiedere tutti insieme che siano installate telecamere di videosorveglianza all’interno del cimitero anche se molto probabilmente serviranno a poco, visto che queste persone usano tanti accorgimenti per non farsi riconoscere. Ho fatto un giro per il web e ho visto che é un fenomeno diffuso un po’ in tutta Italia; sono sempre più convinta che solo l’educazione civica impartita fin dai primi anni di vita passa far crescere uomini buoni e responsabili.

Guardava il cielo e amava la terra: Alfonso Fresa

L’inconscio preludio della mia carriera di astronomo fu la visione della famosa cometa di Halley, che passò al perielio il 19 aprile del 1910. Avevo appena nove anni; mio padre mi condusse sul terrazzo e mi mostrò l’astro a ponente, verso il monte San Liberatore (eravamo a Salerno). Abituato alla visione coreografica di una stella a parecchie punte con una coda serpeggiante sulla grotta di Betlemme, non riuscivo a vedere l’astro nel cielo in quella forma siffatta e resi partecipe mio padre della mia disillusione. Egli fu contento dell’obiezione e mi additò una fascia luminosa (coda della cometa), la cui visione è rimasta impressa nella mia mente, tanto che mi auguro di rivederla nel prossimo passaggio al perielio, il 9 febbraio 1986, dopo che si sarà verificato il massimo avvicinamento alla Terra.

Così il prof. Alfonso Fresa racconta nella sua autobiografia come era nata in lui la passione per l’astronomia. Peccato che non fosse riuscito a rivedere quella cometa, avendo raggiunto un anno prima il suo amato cielo.

OCCHI LUCIDI

Un filosofo dell’antichità sosteneva che gli occhi sono lo specchio dell’anima; qualcuno non è proprio d’accordo su questa affermazione, però non si può negare che essi riflettono le nostre emozioni, anche le più intime. Nella giornata di ieri, sempre allo stesso posto, all’incrocio di via Pucciano e via Risorgimento, finalmente ci siamo ritrovati. Erano tre anni che non ci si incontrava il Venerdì Santo, il covid aveva bloccato tutto, cosa che non era riuscita alle varie guerre del secolo scorso … ed inevitabilmente i nostri occhi sono diventati lucidi, il tutto accompagnato dalle note della banda, dal rumore delle croci che strisciavano sugli irregolari vasoli di porfido, dallo straziante pianto della Madonna. Si potrebbe andare a vedere la processione in ogni strada di Nocera Superiore, ma per i puccianesi DOC è in quell’angolo che scaturiscono le emozioni più forti, i ricordi del passato; è in quell’angolo che si rivedono  i volti di tante persone che hanno avuto a cuore la processione di Gesù morto. E poi, rivedere gli amici dell’infanzia che spinti da una forza misteriosa ritornano nel borgo natio, ricevere messaggi dai puccianesi che stanno lontano e che chiedono qualche foto, qualche immagine per sentirsi a “casa”, portano a pensare che il mondo non è poi così brutto come certe cronache vogliono far pensare, ma che sentimenti puri albergano ancora nel cuore degli uomini.

LE RADICI DEL CUORE

“Ti posso chiedere un piccolo favore? Possibilmente se lo puoi fare: quando é venerdì prossimo, mi mandi un piccolo filmato della Processione di Gesù morto, perché ho il desiderio di vederla un’altra volta… Io sono lontano; ormai ho 85 anni ed é difficile per me venire giù … non verrò più. Se me lo mandi andrò sicuramente all’aldilà contento e felice”.Questo é uno dei tanti messaggi che annualmente arrivano alle pagine di Facebook “Pucciano Pensieri e Parole” e “Passione per la Passione”: Non é la prima volta che lo scrivo: chi ha vissuto “Pucciano” é spinto da una forza misteriosa a ripensare al borgo natio e a fare di tutto per tornarci nei giorni della Settimana Santa. In una società in cui tutti vogliono apparire, oggi si corre il rischio di considerare la Processione una vetrina itinerante dove é possibile ammirare o criticare i vestiti confezionati con tanto amore da persone di buona volontà della comunità; si corre il rischio di fermare l’attenzione su gesti, su scelte dei personaggi ed altro e si perde di vista il messaggio che da secoli si cerca di trasmettere: Dio ci ama!

I personaggi di Pucciano: Alfonso Buffardi

Siamo soliti pensare che, se una persona nata nella prima metà del secolo scorso vedesse il mondo di oggi, sicuramente resterebbe senza parole di fronte a tanta tecnologia e ai tanti cambiamenti che si sono avuti nella società.  Però, ricordando le persone che sono vissute a Pucciano e che si sono impegnate per la nostra comunità, penso che questo non sarebbe il caso di Alfonso Buffardi, il quale sicuramente avrebbe usato questi mezzi per progettare e realizzare tante altre idee… sì,  perché lui di idee ne ha avute e ne ha realizzate tante. Il suo più grande pregio era quello di saper coinvolgere ed entusiasmare e, così, bastava che proponesse un evento e subito tanti suoi amici erano pronti ad impegnarsi e a lavorare con lui.  Fu tra i promotori dell’attuale Processione del Venerdì santo, organizzava ogni anno la Festa dell’emigrante con il dopolavoro di cui era presidente, riuscì a realizzare il Volo della stella, facendo in modo che una stella cometa accompagnasse la processione di Gesù Bambino per via Pucciano grazie ad un gioco di carrucole, organizzò per vari anni la Sagra delle ciliegie in occasione dell’Ascensione, quando i puccianesi raggiungevano quella Croce che lui e i suoi “pazzi” amici avevano posizionato sulla montagna che da sempre protegge il nostro piccolo borgo.  Chi lo ha conosciuto ha sempre avuto modo di apprezzarlo e sicuramente  riesce ad avvertire ancora il suo entusiasmo quando a Pucciano si organizza qualcosa di bello

I personaggi di Pucciano: Anna Faiella

Molti quando sentono la parola “storia” automaticamente pensano ad un libro fatto di date, di personaggi, di eventi, magari pensano ad una materia scolastica poco simpatica … eppure, a pensarci bene,  la vita di ognuno di noi è fatta di date, di personaggi, di eventi …  e secondo me,  proprio per questo tante vite messe insieme fanno la storia. 
Pucciano …. quante storie si sono intrecciate in questo antico borgo nocerino … e quante persone hanno percorso quelle stradine vetuste, hanno fatto qualcosa per la comunità, hanno lasciato dei ricordi nella mente di chi in qualche modo è legato a questo luogo. 
Anna, per tutti Annolla, era una donnina molto attiva nella comunità parrocchiale. 
Sempre presente al rosario e alla benedizione della sera, durante la Quaresima, in particolare,  si preoccupava di preparare tanto grano per l’altare della reposizione che a quel tempo tutti chiamavano “sepolcro”. 
Aveva a cuore anche il sepolcro della “terra santa” a Santa Maria Maggiore (in molti a Pucciano si preoccupavano di tenere in ordine quel luogo al quale attualmente non si può più accedere). 
Annolla preparava anche una croce di grano molto bella che il venerdì santo veniva portata in processione da bambine vestite con gli abiti della prima comunione. 
Fu Annolla che un venerdì santo  in cui pioveva tanto e si rischiava di non poter uscire con la processione, mentre in chiesa si recitava il rosario, si accorse che era stato tolto il bastone “Ecce agnus dei” dalle mani  della statua di San Giovanni per darlo al personaggio che avrebbe impersonato il Precursore. 
Si preoccupò che tornasse subito al suo posto e, quando “miracolosamente” il cielo tornò sereno, con le sue amiche intonò un canto di ringraziamento.  
Sicuramente, alzando lo sguardo, ringraziò anche la Madonna dell’affresco della volta della chiesa … Era fiera lei di quell’affresco perché il pittore  che lo aveva realizzato aveva avuto come modello la nonna mentre allattava la sua mamma. 
Annolla non  ha realizzato grandi imprese, non ha lasciato opere d’arte, ma la sua testimonianza di vita e di affetto per i suoi cari e per il suo luogo nativo la rendono cara e indimenticabile.

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